Intervista al Professor Carmine Dario Vizza
In occasione dell’evento Hot Topics in Pulmonary Hypertension, in partenza oggi, mercoledì 26 maggio 2021, abbiamo avuto il piacere di intervistare il Responsabile Scientifico del corso, Il Professor Carmine Dario Vizza, Direttore UOD Malattie del Circolo Polmonare – Azienda Policlinico Umberto I, La Sapienza – Università di Roma. Con lui abbiamo parlato di come sia cambiata la scena congressuale nell’ultimo anno e di come si evolverà.
Professore Vizza, quali sono i pro e contro dei congressi online dal punto di vista del docente?
Il lato positivo è sicuramente la possibilità di assistere a più meeting ed eventi indipendentemente dalla location geografica. Quindi ad esempio è possibile essere relatore a più di un congresso nella stessa giornata. Quello negativo è sicuramente la mancanza di un feedback diretto da parte della platea. L’osservazione dei discenti durante l’esposizione permette ad esempio di calibrare il ritmo e capire se il messaggio viene recepito, mentre negli eventi online invece questo non è possibile perché la platea non è mai “visibile”. Paradossalmente sono invece facilitate le interazioni tramite chat e/o box domande/risposte e questo credo sia dovuto al fatto che i quesiti vengono posti in modalità scritta e quindi c’è meno reticenza e meno timidezza. Un’altra nota distintiva è l’essenza stessa dell’evento che è differente e quindi noi relatori dobbiamo abituarci ad affrontare e gestire in maniera diversa gli le presentazioni in presenza da quelli online. Non credo sia un aspetto positivo né negativo, ma è fondamentale prendere atto di questo fatto nel momento in cui si prepara e, successivamente, si realizza un intervento.
Perchè è importante continuare a confrontarsi e incontrarsi anche a distanza? Perchè non rimandare direttamente a quando sarà possibile fare eventi in presenza?
Continuare a confrontarsi con i colleghi, ma anche continuare a formarsi è importantissimo e non è qualcosa che può essere messo in stand-by. Personalmente non ho mai preso in considerazione l’eventualità di rimandare i meeting che organizzo annualmente, è importante dare continuità e comunque, anche online, è un’occasione per relazionarsi e creare un network.
Quanto sono importanti i congressi per una malattia rara come l’ipertensione arteriosa polmonare?
Moltissimo, perché gli eventi danno la possibilità di aumentare non solo la conoscenza di queste patologie, ma anche la consapevolezza. Nel nostro campo quindi sono utilissimi anche a livello di divulgazione medica per aumentare la diagnosi precoce, oppure confrontarsi sui casi clinici e studiarli insieme.
La patologia (IP) e i trattamenti hanno subito conseguenze con la pandemia?
Come per tutte le aree mediche, quello che abbiamo riscontrato è stata una frenata da parte dei pazienti. Le persone, spesso anche con sintomatologia, non erano propense a recarsi in ospedale o prenotare una visita, quindi purtroppo, in questo senso, la pandemia ha provocato un allungamento dei tempi di diagnosi e trattamento dovuto ad una difficoltà degli stessi pazienti di recarsi nelle strutture sanitarie.
Per quanto riguarda la ricerca e la cura, sono felice di dire che tutto è proseguito con costanza. Nell’ultimo periodo sono uscite sul mercato nuove molecole e sono stati condotti nuovi studi, quindi, fortunatamente, sotto quell’aspetto tutto è proceduto come in periodo pre-pandemia.
I cambiamenti “obbligati” di questo periodo, hanno portato qualche effetto positivo a suo avviso?
L’isolamento ha portato noi medici a familiarizzare molto con la tecnologia. Abbiamo preso dimestichezza e ci siamo abituati ad utilizzare quotidianamente le diverse piattaforme per i meeting virtuali. Le relazioni sono paradossalmente più facili e immediate, prima aspettavamo l’occasione di vederci fisicamente per parlarci e scambiare opinioni, oggi invece basta una videochiamata.
Qual è, secondo lei, il tratto fondamentale per il successo di un congresso virtuale?
Sicuramente la regia. Avere una direzione tecnica che possa tenere i ritmi, decidere quando spostarsi da un relatore all’altro, quando inquadrare le diverse persone può fare veramente la differenza. Mi è capitato di partecipare ad eventi dove erano state redatte scalette dettagliate al minuto, ma senza regia spesso ci si disperdeva comunque e per i discenti era più difficile seguire i lavori. Inoltre credo sia fondamentale il ruolo dei discussant per indirizzare il dibattito e dare voce e forma a tutte le domande scritte arrivano al termine di ogni relazione.
Cosa cambierà nella formazione dopo la pandemia?
Non credo si tornerà alla realtà che conoscevamo prima. Sono più propenso a pensare che torneranno i grandi congressi nazionali e internazionali, ma che i piccoli meeting manterranno una dimensione digitale oppure, ed è ciò che spero, blended. Questo periodo ci ha insegnato che le distanze sono molto più accorciabili di quello che pensavamo e ha reso “normale” organizzare incontri virtuali con persone dall’altra parte del mondo e mi auguro che questo si mantenga anche in futuro. I meeting online permettono un netto taglio dei costi di ospitalità, spostamento, ecc. e per questo credo che possano essere trovati dei giusti compromessi, magari facendo eventi che vedono la partecipazione di relatori presenti fisicamente e altri in collegamento da remoto, questo significherebbe anche avere la possibilità di parlare, confrontarsi e discutere con molti più opinion leader internazionali dato che i costi di viaggio sarebbero azzerati. Per realizzare questo genere di esperienza è necessario avere delle aule multimediali attrezzate che possano sostenere eventi di questa portata, quindi credo che il futuro del settore congressuale sia proprio qui, in un buon compromesso tra fisico e digitale.
L’evento Hot Topics in Pulmonary Hypertension apre con 2 giorni di dirette web, mercoledì 26 e giovedì 27 maggio. Gli interventi saranno successivamente disponibili in versione FAD fino al 28 giugno 2021. Per informazioni e iscrizioni cliccare qui